Intervista al Professor Ottavio Fattorini

Dirigente Scolastico del Liceo Scientifico Statale “Antonio Labriola” di Ostia

Dati anagrafici del Dirigente

Ottavio Fattorini. Laurea in Filosofia e in Lettere. Anni di lavoro come docente 15, come dirigente 5. Associato ANP (Associazione Nazionale Presidi).

Dati dell’Istituto

Liceo Scientifico Statale “Antonio Labriola”, Roma - Ostia. Numero di docenti 100, numero di studenti 1400.

Sul progetto di alternanza scuola-lavoro

1. Da quanto tempo la sua scuola ha avviato progetti di Alternanza Scuola-Lavoro (Asl)? Prima del provvedimento de “La Buona Scuola” c’erano già progetti di duale nel suo Istituto?

Prima dell’introduzione della Legge 107/2015, avevamo episodi sporadici di alternanza sulla base di finanziamenti episodici. È da questi che siamo partiti per rispondere all’esigenza normativa arrivata in corso di anno scolastico con “La Buona Scuola”. Abbiamo così attivato un protocollo di alternanza per i circa 600 studenti del secondo biennio a cui dobbiamo offrire 200 ore, anche se, in realtà, ne proponiamo molte di più.

2. Quali sono i percorsi esterni che proponete agli studenti?

Abbiamo due fasi di Asl, la prima è la cosiddetta “massiccia”, che uso chiamare fixer, nel senso di “solutore dei problemi”. Con questa parte dobbiamo offrire 200 ore di alternanza a 600 studenti. Abbiamo quindi delle attività aggregate in cui il gruppo coincide, di fatto, con la classe, e in cui offriamo agli studenti la conoscenza di“mondi possibili”. Parlo, in questo caso, di terzo settore, di associazionismo, per mostrare ai ragazzi come scrivere uno statuto o diventare associazione e creare impresa associativa, ma anche di una radio web scolastica, o dei mestieri che afferiscono alla attività teatrale. Il Liceo “Labriola”, infatti, è partner di VoiceBook Radio, che è un circuito di radio web delle scuole di Roma, di cui siamo fondatori, dietro al Liceo Scientifico “J.F. Kennedy”, la scuola che ha fatto partire il progetto.

Da quest’anno, poi, abbiamo attivato un percorso di operatore culturale e, con il nostro polo museale interno all’istituto costituito dal “muro della memoria”, è forte anche il lavoro che facciamo sul tema del ricordo. Avendo anche questa risorsa, quindi, una parte della nostra Asl è legata ad un’associazione esterna, “Sibilla”, che si occupa di eventi culturali di diversi argomenti, compresi ovviamente quelli connessi ad Ostia Antica. Abbiamo poi un interessante progetto in ambito teatrale, con tutto ciò che riguarda i mestieri legati al mondo dello spettacolo con l’associazione culturale “Eleusis”. Queste sono solo alcune delle attività principali, oltre all’inserto sulla sicurezza che è di base.

Abbiamo poi la fase successiva che, però, riguarda un numero ristretto di alunni che si devono candidare. Qui i settori coinvolti vanno dalla piccola impresa locale, a grandi realtà quali l’Eni o le Università.

3. Con quali criteri vengono scelte le opportunità esterne?

Il primo criterio è, senz’altro, quello della gratuità. Poi c’è il contatto e il tipo di attenzione che la struttura ospitante dà all’alunno, perché le nostre procedure, finalizzate alla cura dei minori, sono, ovviamente e doverosamente, molto attente e complesse. Il mondo della scuola, infatti, ha vincoli e ristrettezze di cui deve tener conto per i propri studenti. Scegliamo quindi in base all’affidabilità e al tutoraggio che le strutture offrono. Teniamo conto, ovviamente, anche della loro localizzazione. Adesso, poi, abbiamo aperto all’Asl anche i viaggi di istruzione.

4. È la scuola che cerca dei partner per il duale o sono le aziende e gli enti a proporsi?

Ci arrivano diverse proposte, alcune delle quali anche a pagamento. In questo caso, però, ci devono essere determinate condizioni che offrano attività di Asl ad almeno 250 persone. La scuola, infatti, ha delle risorse con le quali può offrire un rimborso spese ad una struttura che, ad esempio, propone attività di 25 ore di alternanza a 300 alunni, a gruppi da 30. Il rimborso spese è minimo, quindi chi si propone lo fa per fini altri, filantropici o di interesse nei confronti del sistema scolastico. C’è un ticket che come dirigente posso spendere per garantire le ore obbligatorie di alternanza. Io, quindi, ho il dovere di assicurare le 200 ore. La norma stabilisce anche che lo studente può scegliere anche altre attività che selezioniamo in base alle proposte gratuite che arrivano al nostro Liceo.

Sui docenti

5. Qual è il ruolo dei docenti che seguono i progetti di alternanza? Vengono scelti dal Dirigente, se sì in base a quali elementi, o si propongono? Hanno avuto un periodo di formazione? Quanto è durato? Chi ha tenuto eventuali corsi di formazione?

Ho scelto i docenti che si occupano di alternanza, ma la loro è stata un’investitura anche collegiale. Ho svolto prima una ricerca interna per vedere chi volesse occuparsi di questa attività che - ricordo - non è discettare sul futuro pedagogico degli studenti, ma significa soprattutto analizzare e seguire carte e procedure. L’Asl, infatti, fa produrre una quantità indescrivibile di carta con molti documenti che vanno firmati sia dai tutor scolastici sia da quelli aziendali. C’è quindi un docente che si occupa di questo, insieme ad una commissione, e poi c’è la figura del tutor interno che può essere il coordinatore di classe, se si tratta di attività che più o meno coincidono con il gruppo classe, o il docente che ha delle affinità elettive con i determinati argomenti, dallo sport con l’insegnate di educazione fisica, all’informatica e così via.

La formazione per i docenti che ricoprono il ruolo di tutor è ovviamente la conoscenza della norma. È chiaro che c’è stato poi un lavoro di formazione, a monte, per coloro che gestiscono il tutto. Di fatto, però, siamo noi, come Liceo “Labriola”, che facciamo formazione ad altri con l’esperienza acquisita grazie ad un lavoro di base e di implementazione dei moduli e del sistema creato da noi, in particolare dalla nostra bravissima docente referente per l’alternanza, ex novo. Questo ci rende consulenti anche di altri. In alcuni casi, quindi, il tutor non ha bisogno di grande formazione, in altri, invece, c’è una preparazione acquisita negli anni precedenti, oltre ad un’affinità professionale e settoriale.

6. Avete consultato la guida operativa proposta dal MIUR? Se sì, in che misura? Come giudicate questo supporto?

Abbiamo letto attentamente la guida del MIUR ed è un supporto ricco e decisamente buono. Il problema, però, resta sempre quello di venire a patti con la realtà, con la difficoltà di riuscire a coniugare e ad armonizzare una complessità fatta da esigenze normative, doveri dei dirigenti, diritti degli studenti. La nostra difficoltà è riuscire a mettere tutto insieme e offrire, quindi, sia il dovuto, sia il desiderato e voluto dagli studenti a fronte dei finanziamenti esistenti.

Sugli studenti

7. Come è vissuta l’opportunità dell’Asl dagli studenti? Hanno un cambiamento, non solo in termini di rendimento, quando tornano a scuola? Pensa che il duale sia utile per l’orientamento degli studenti nella scelta di un percorso universitario o lavorativo? Se sì, in che misura?

È importante fare, con gli studenti, un lavoro iniziale in cui si spieghi a cosa serve l’Asl e quali sono le sue finalità. Sul nostro sito abbiamo dei questionari di customer satisfaction (http://www.liceolabriola.it/Sito/it/node/893), da cui emergono delle eccellenze assolute nelle attività svolte e altre che sono andate meno bene. Queste ultime, ovviamente, quest’anno sono state sostituite, quelle che sono andate molto bene sono state invece arricchite, implementate o continuate. Gli studenti, complessivamente, sono stati soddisfatti, anche se non è ancora ben chiaro il fatto che queste ore annuali di Asl debbano contemperarsi con l’attività didattica. Agli esami di stato, infatti, ci saranno sempre gli esercizi con le equazioni di… “quindicesimo” grado. Dobbiamo quindi mettere insieme il fatto che gli studenti sappiano fare queste equazioni e, allo stesso tempo, abbiano quelle competenze che si sviluppano con l’alternanza.

Spiegando a cosa serve l’alternanza, gli studenti riescono a ben coglierne il significato. Faccio sempre un esempio: l’alternanza cerca di sviluppare, al di là del dettaglio specifico, non il mestiere del tornitore, del perito elettronico o del project manager, ma dà delle competenze che la scuola, così come era strutturata negli anni precedenti, non offriva o non poteva coltivare precipuamente.

Nulla mi vieta di intrecciare partenariati con una società agricola, pur essendo un Liceo, perché in quel caso potrei voler far acquisire l’insegnamento della fatica, del sacrificio, dell’abnegazione, il lavoro di gruppo e di squadra. Se, a fronte di un’attività di alternanza, somministro agli studenti un test online da fare alle 8 del mattino, il mio obiettivo non deve essere solo quello di avere la risposta corretta alle domande, ma devo fare in modo che i ragazzi, alle 8 del mattino, stiano davanti al computer perché voglio insegnare loro il rispetto delle consegne e dei tempi di lavoro, competenze che già esistono nel mondo della scuola, ma che, in questo modo, possono essere meglio apprese attraverso esempi lavorativi.

Dopo le attività di Asl gli studenti hanno dei cambiamenti perché la scuola apre delle porte. Per molti di loro quelle porte sono la vita. La stessa uscita didattica in un osservatorio astronomico può diventare la scelta di una vita per qualche ragazzo che viene folgorato sulla via dell’astronomia. Aprire più mondi possibili consente agli studenti di avere maggiori occasioni di fiammelle che si possono accendere. In genere, quindi, sono piuttosto soddisfatti. È chiaro che, come tutto ciò che viene fatto in maniera necessariamente massiva e quasi “industriale”, ci può essere anche una parte che viene meno apprezzata. Qualcuno può appassionarsi al mondo delle radio web, conoscerlo, praticarlo, ma ciò non deve per forza significare che poi lavorerà come radiofonista. Avrà sicuramente imparato, però, cosa voglia dire il public speaking o far parte di una redazione. Ha quindi appreso dei concetti trasversali che poi potranno essergli utili in generale nella vita.

La valenza di questi percorsi di duale - torno a ripetere - non dovrebbe essere tanto quella di diventare tornitori o manager, ma quanto dare delle competenze che potranno essere utilizzate dai nostri ragazzi, in modo trasversale, in qualsiasi scelta, universitaria o lavorativa, andranno a fare. Siamo in un Liceo, gli studenti, quindi, una volta diplomati frequenteranno un’Università, le competenze che forniamo con l’Asl hanno, allora, come obiettivo la trasversalità. Potranno padroneggiare dei settori, ma le conoscenze acquisite dovranno essere esemplari e paradigmatiche di altri settori, non necessariamente in riferimento ad una scelta già definitiva e chiusa.

8. I risultati dell’alternanza vengono monitorati dall’Ufficio Scolastico Regionale e/o direttamente dal MIUR?

I nostri risultati vengono monitorati sia dall’USR sia dal MIUR e, purtroppo, siamo quasi soggetti a molestie di monitoraggio. A volte mi viene da chiedere se siamo “uomini o burocrati”. Va bene sottoporsi ai monitoraggi e compilare le carte, ma cerchiamo di entrare anche nel merito.

9. Quali sono, secondo Lei, i punti di forza dell’attuale modello di alternanza? Quali aspetti, invece, andrebbero migliorati?

I punti di forza riguardano senz’altro tutti gli aspetti delle competenze di cui ho già parlato. Molto, però, deve essere fatto in vista degli esami di stato che sono ancora come… “il salto nel cerchio del fuoco”. Un docente di greco non potrebbe portare i ragazzi a recitare il teatro greco togliendo tempo all’insegnamento delle declinazioni - e lo dico come esempio astratto non essendo un dirigente di un Liceo Classico - se non riusciamo a far coincidere, anche negli esami di stato, il fatto che se uno studente sa recitare a memoria la Medea in greco, molto probabilmente ha acquisito una competenza della lingua, anche se poi non sa tradurre perfettamente un passaggio ardito della versione che gli verrà proposta durante gli esami. Dobbiamo quindi trovare una congiunzione tra quello che è l’Asl, di cui condivido in pieno le finalità, gli obiettivi e il quadro d’insieme, cioè dare competenze trasversali, soft skills, capacità spendibili in qualsiasi ambito del mondo del lavoro, e un esame di stato che, solo debitamente riformato, dovrà dare il giusto spazio alle attività di alternanza.

Riusciremo a valutare queste attività con almeno un punteggio di 20 centesimi? Riusciremo a capire che uomo è diventato il ragazzo dopo aver svolto l’Asl? Che persona è? Cosa la scuola ha fatto per quella persona, per quel futuro cittadino? Intendendo, per persona, il suo etimo, quale maschera che sicuramente filtra l’interiorità, ma attraverso la quale passa il suono, l’animo, il flatus voci, passa quello che sei.

Roma, gennaio 2017

A cura di: prof.ssa Giuditta Alessandrini, dott. Claudio Pignalberi, dott.ssa Maria Caterina De Blasis

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